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Dieci, piccole, olive in salamoia


Ho già avuto modo di raccontare del mio futuro giardino.
Ebbene, oltre al menzionato alberello di mandarini, dopo che gli operai avevano provveduto a togliere sterpaglie ed arbusti, ci siamo accorti della presenza di tre (o cinque, con l'edera che si arrampica non si capisce se si tratta di piante vicine o rami della stessa che si dipartono dal basso) alberi d'olivo.
Io non me ne intendo molto, ma mi sembrano abbastanza cresciuti, pertanto, presumevo, produttivi.
In effetti, per essere produttivi lo sono, quest'anno hanno generato moltissimi frutti, ma tutti, ahimè, attaccati dalla mosca olearia.
Ora, non è che volessi fare l'olio, ma m'ero già preparata mentalmente a mettere qualche oliva in salamoia per farne anche oggetto di piccoli doni natalizi.
Invece, niente da fare. Ma poiché sono piuttosto tenace, ed avendo la voglia di provare almeno una delle ricette trovate sul web senza dover aspettare il prossimo anno, mi sono rivolta all'unico alberello che si è salvato dal flagello.
Esattamente (e qui non vi mettete a ridere) un olivo bonsai che attualmente si trova sul mio terrazzo e che, nella previsione di piantarlo in piena terra, l'anno scorso avevo già spostato in un vaso molto grande dandogli modo di radicare abbondantemente.
Ecco che allora le sue dieci (veramente erano dodici, ma, come ricorda il titolo, hanno cominciato a fare la fine dei protagonisti del giallo di Agatha Christie) olive sono diventate preziose alleate del mio esperimento.
Ho deciso per queste olive alla ligure, ma potete trovare anche qualcosa qui e qui.
Per inciso, così non vi infastidisco più circa il mio prossimo "podere", c'è anche un maestoso mandorlo.
Ci credete che ero già pronta per una mega-produzione di pasta di mandorle, quando mi sono accorta che quest'anno non ne aveva fatto neanche una?
(per Sere: hai visto che carino?)


Ingredienti:
olive q.b.
sale q.b.
aromi quali: alloro, timo - qualche foglia

Esecuzione:
Per prima cosa ho messo a bagno le olive, per una ventina di giorni, cambiando l'acqua almeno una volta al giorno.

Poi ho preparato una salamoia al 10%, equivalente a 100 grammi di sale per ogni litro d'acqua, facendo bollire insieme i due ingredienti (a questo punto si possono anche aggiungere gli aromi, ma io, per dodici olive... non l'ho fatto). Per quanto mi riguarda ho naturalmente rispettato la percentuale, ma capirete bene che non dò indicazioni circa il peso perché la mia era veramente poca cosa...

Ho messo tutto in un vasetto ed ho aspettato circa un mese, agitandolo ogni tanto per far sì che tutte le olive, che normalmente galleggiano, si bagnassero ben bene.

Passato questo tempo le ho sciacquate (e già lì ne sono "partite" due, erano ottime!) ed infine immerse in una nuova salamoia al 5%.  

Potrete (potrò!) gustarle insieme ai tarallini.

Aggiungo questo p.s. :
un amico, assaggiando l'ultima oliva rimasta, l'ha trovata ancora leggermente amara... come quelle che fa sua moglie.
Loro hanno deciso, da quest'anno, di farle con metodo industriale e cioè usando la soda caustica (lui mi ha detto soda; qui usano la potassa caustica. Sarà la stessa cosa???).
La cosa non mi sembra molto ecologica, sia per l'utilizzo di un veleno, sia perchè poi, per eliminarlo, bisogna usare un fiume d'acqua.
Risultato: ora che ho qualche dubbio su come vengono prodotte, non so se mangerò più tanto volentieri quelle industriali.
In più, io che non amo assolutamente l'amaro, ho trovato invece le mie appena pervase da un leggerissimo gusto "amarognolo" che considero molto piacevole e che le ha rese, solo per il gusto, abbastanza simili a quelle "al forno".