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la brioscia... col tuppo?


Per essere una brioscia, lo è; rimane il dubbio se abbia o no il tuppo.
Sfogliando un bellissimo libro di cucina siciliana ho trovato moltissime cose interessanti tra cui  la tipica preparazione semi-dolce che in alcune province siciliane viene consumata a colazione, insieme ad una granita. Mille miglia separano questa abitudine da quella ligure, che prevede una colazione con caffè e croissant o tutt'al più focaccia (e c'è chi la consuma pucciandola nel cappuccino!) e l'idea mi è piaciuta molto. Ho voluto utilizzare la mia pasta madre che da un po' di tempo sembra particolarmente vitale. Il risultato? Magari il tuppo non è venuto benissimo, devo dire che il lievito madre ha rallentato parecchio la lievitazione e mi sono ritrovata a sera a formare "i panetti", ma guardando gli originali, di "nonna Adele", mi sembra che le mie non siano poi così distanti; quanto al sapore, quello sì, è proprio lui. Il test me l'ha fatto la nuova vicina di casa, siciliana fin nel midollo anche se da una vita "trapiantata" in Liguria, alla quale ho dato, la mattina successiva, qualcuna di queste brioches. E' ricomparsa sul terrazzo pochi minuti dopo, mezzo dolce in mano e qualche boccone ancora in bocca, dicendo goduta: "E' lei! E' proprio lei!". Una gran bella soddisfazione!

Io l'ho accompagnata con una composta di prugne... non me ne vogliano i siciliani veraci; per la granita mi sto ancora organizzando.



Per la brioscia:
200 grammi di lievito madre recentemente rinfrescato almeno due volte
700 grammi di farina manitoba
3 uova
110 grammi di strutto
280 grammi di latte
110 grammi di zucchero
scorzetta di un limone (in origine vaniglia)
un pizzico si sale
un uovo o un po' di latte e due cucchiai di zucchero per lucidare

Per la composta:
500 grammi di prugne
150 grammi di vino rosso marsalato (o marsala o vino rosso di buona qualità)
150 grammi di zucchero
scorza di limone

Preparate la composta denocciolando le prugne, e mettendole a bollire per pochi minuti insieme agli altri ingredienti. Togliete la frutta, fate consumare il liquido fino ad un terzo della quantità iniziale (praticamente verrà uno sciroppo), unite nuovamente le prugne e cuocete per pochi minuti, finché saranno tenere.
 


Per la brioscia ricopio un po' il procedimento indicato nel libro, che è poi quello che ho seguito anch'io, sostituzioni a parte.
Mescolate la farina setacciata con lo zucchero, formate la fontana ed al centro versate il latte, sciogliendo un po' il lievito madre. Unite la scorzetta ed il sale ed impastate (meglio con una planetaria). Per ultimo aggiungete lo strutto ammorbidito. Lavorate bene "sbattendo" la pasta sul piano di lavoro (se utilizzate la planetaria farà tutto lei!) e ponete in frigo, coprendo, per 10-11 ore (io tutta la notte).
Questa operazione ha rallentato parecchio la lievitazione infatti... quando la mattina successiva ho tirato fuori l'impasto dal frigo era praticamente tale e quale a quando ce l'avevo messo. Ho dovuto attendere diverse ore (fino a sera) affinché ritornasse a temperatura ambiente e lievitasse fino a due volte e mezza del volume.
Dividete la pasta in 15-16 pallette, da ognuna di esse staccate "u tuppiteddu", arrotondate tutti i pezzi e mettete il tuppo in una piccola fossetta formata al centro di ogni palla più grande.
Ponete in teglia, pennellate con uovo sbattuto e zucchero (o latte e zucchero) e lasciate lievitare fino al raddoppio. Spennellate nuovamente con uovo (o latte) e zucchero ed infornate a 180 gradi per 20 minuti circa.