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carbone dolce: fra poco é epifania



Così come l'ho trovata la dizione esatta sarebbe "zucchero roccia", ma tutti lo chiamiamo carbone dolce. Da piccola un pezzetto nella calza c'era sempre insieme a mandarini e caramelle... poco di più. La ricetta era su un numero di "A Tavola" di qualche anno fa, io l'avevo conservata e quest'anno ho voluto provare. Girellando nel web ho notato che alcuni aggiungono l'alcool (per liquori) che dovrebbe essere l'elemento che provoca la "lievitazione" del composto. In realtà "lievita" benissimo anche senza; la ricetta della rivista non prevedeva alcool ed io le ho dato fiducia. L'ho fatto ben due volte: la prima s'è risolta in un disastro a causa di un refuso nelle dosi; la seconda, invece (sensatamente corretta), mi ha dato una bella soddisfazione. Il risultato finale non è proprio uguale al carbone che si compra; quest'ultimo è più consistente, meno friabile. Però vi assicuro che farlo è stato un bel divertimento (bruciature a parte) e considerando che gli ingredienti sono "poveri" tutto sommato vale la pena di provare.
Naturalmente si può tingere con gli appositi coloranti ad uso alimentare. Io l'ho invece lasciato "nature"; non essendoci "piccoli" a girellare per casa, lo stiamo utilizzando come zucchero "decorativo" per servire i caffé ed i tè degli amici che vengono a trovarci. Un'idea davvero carina e "da riciclare".

Vi lascio anche con questa bella notizia: qualche giorno fa ho ricevuto la maglietta delle Bahamas, dono di Sara per la vittoria del suo contest. Eccola qui, carina, no? Grazie Sara!




Ingredienti:

500 grammi di zucchero semolato

200 grammi di acqua

45 grammi di zucchero a velo

10 grammi di albume

poche gocce di succo di limone (nella ricetta originale erano segnati 30 ml; davvero troppi per fare una glassa reale)

Esecuzione:
foderate con carta forno un recipiente che sopporti temperature elevate, di forma alta e stretta. Attenzione, questo è un passaggio importante; secondo me il massimo sarebbe utilizzare un'asparagera. Io non ce l'ho e quindi ho usato una pentolina alta c.ca 11 cm e dal diametro di 15 cm, che però s'è rivelata non sufficientemente alta. Nel caso potete anche far sbordare la carta forno, in modo da dare una maggiore altezza, magari rinforzando con due/tre strati pinzati insieme.

Mettete l'acqua e lo zucchero in una casseruola e cuocete fino ad una temperatura di 152 gradi (sì, lo so, serve il termometro!).
Nel frattempo mischiate con una frusta a mano lo zucchero a velo, l'albume ed il succo di limone fino ad ottenere una glassa bianca e densa.
Quando lo sciroppo è a temperatura spegnete il gas, versate la glassa e frustate energicamente. Trasferite immediatamente il composto nel contenitore che avevate preparato e qui si compirà una magia. Lo zucchero comincerà a "lievitare" (ecco perché se il contenitore dev'essere più alto) per poi "risedersi" leggermente; nel frattempo comincerà a raffreddarsi cristallizzandosi.
Lasciate raffreddare, sformate, togliete la carta forno e rompete in pezzi.
Se desiderate un prodotto colorato tingete la glassa o lo sciroppo di zucchero mentre sta cuocendo (io consiglierei la glassa).