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salsa di albicocche


Erano 5, 5 persechette...  recitava Govi, in non ricordo più quale commedia, con la sua faccina ironica ed espressiva, minimizzando un furto. Erano 5 (segno con la mano, palmo aperto), 5 persechette...
Per me non sono state 5 e neanche s'è trattato di persechette (pesche, peschine), caso mai di persegumìn, ma la situazione mi ha riportato alla memoria quella scena.
Insomma, la mia fascia era letteralmente inondata di albicocche che continuavano a cadere dal ramo carico di frutta dell'albero del vicino, dal giardino soprastante; tecnicamente mie, dunque.
Le prime le mangio, le seconde pure, ma quando sono arrivata al punto di salire nella fascia due volte al giorno e tornare giù con le braccia stracolme, ho pensato che così non potesse andare avanti. Anche perché nel frattempo avevano cominciato a maturare le mie, di persegumin, che detto per inciso erano migliori di quelle del vicino - sono della la splendida qualità "Valleggia" e i liguri sanno cosa significhi - e quelle me le volevo gustare nature.
A non raccogliere la frutta gentilmente e inconsapevolmente offerta mi piangeva il cuore - è difficile comprare albicocche che sappiano di albicocca, ormai ci ho rinunciato da tempo -, quindi urgeva un metodo di conservazione.
Esclusa la confettura, perché non ne consumo praticamente più e ho scorte di qui all'eternità, ne ho congelato, ne ho essiccato, poi m'è venuto in mente che tempo fa avevo fatto una salsa di prugne fantastica e ho pensato di replicarla "in arancione".
Il risultato è sorprendente: l'esecuzione è rapidissima - molto più di una confettura fatta col metodo tradizionale - e il sapore ottimo.
Unica avvertenza, dato il relativamente basso contenuto di zucchero, se non si deve consumare nel giro di pochi giorni è bene congelare la salsa, in vasetti non troppo grandi, così da poterla utilizzare subito tutta, una volta scongelata. In ogni caso sconsiglio di conservarla fuori frigo e per più di una settimana. 
Potrà tornarvi utile per accompagnare torte da credenza, guarnire panne cotte e dolci al cucchiaio, come ingrediente per trifle e bicchierini, anche in accompagnamento a formaggi. Una preparazione versatile, già pronta, disponibile in poco tempo per approntare un dolce improvvisato, anche in caso di ospiti inattesi.
Aggiungendo agar agar o gelatina potrete trasformarla in una copertura sottile e colorata per mousse dolci (quelle che comunemente chiamiamo "cheesecake" non cotte), insomma gli utilizzi sono molteplici. Anche una semplice ricotta, lavorata con pochissimo zucchero e resa cremosa, con una bella colata di salsa e guarnita di nocciole o pistacchi tritati, amaretti o biscotti (vi consiglio una fava di cacao sbriciolata) potrà diventare un goloso, veloce e salutare dessert.



E' una preparazione volutamente "basic", per far sì che sia il più verasatile possibile. Naturalmente se vorrete potrete aromatizzarla come più vi piace: senape per un tocco piccante, menta per la freschezza e il profumo, rum o altro liquore per uno sprazzo di vitalità.  
Non gettate i noccioli. Forse non tutti sanno che la mandorla interna può sostituire le mandorle amare, ormai difficili da trovare, per preparare paste di mandorla e amaretti (e buttiamo via gli aromi artificali e naturali!). 
Si tratta delle cosiddette armellline e ora ho la scorta anche di quelle!





Ingredienti: (per 3 piccoli contenitori da 180 ml circa)
700 g di albicocche mature (peso netto)
300 g di zucchero semolato
succo di mezzo limone piccolo


Esecuzione:
irrorate le albicocche, già pulite e tagliate a metà, con il succo di limone e traferite in una padella larga antiaderente; così facendo la cottura sarà più rapida. 
Aggiungete lo zucchero, 50 ml di acqua e cominciate a scaldare a fuoco lento, rimestando e schiacciando grossolanamente la frutta con il dorso di un cucchiaio.
Una volta sciolto lo zucchero alzate la fiamma, portando a ebollizione. 
Calcolate 5 minuti dal momento in cui il composto comincia a sobbollire; schiumate e rimestate sempre. 
Trascorso il tempo vedrete che l'aspetto della composta sarà più "lucido"; spegnete e lasciate intiepidire. 
Il tempo maggiore lo impiegherete nella fase successiva: passare a setaccio. Volendo potete omettere il passaggio, frullando il tutto, ma non otterrete la consistenza vellutata che contraddistingue la salsa. 


Cercate di recuperare tutto il succo e la polpa possibile; al termine avrete solo uno scarto minimo, circa un cucchiaio (che comunque potrete "riciclare").
Lasciate raffreddare completamente, suddividete nei contenitori e congelate; si conserva bene per diversi mesi. 
Scongelate il prodotto trasferendolo in frigo qualche ora prima dell'utilizzo.