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pide, ovvero: la pizza turca


Un pane turco, una preparazione rubata da un libro bellissimo acquistato da poco, Istanbul. Ricette dal cuore della Turchia, da cui trarrò sicuramente anche in un prossimo futuro molte altre idee; questo piatto nasce così.
Qualche modifica, come al mio solito, tanto per non smentirmi, ma la ricetta di fatto è quella, senza grandi stravolgimenti ed ecco pronta una sorta di pizza che abbiamo letteralmente divorato. Pizza-pide, l'assonanza c'è e non è casuale.
Io l'ho condita così, con peperoni e uovo - e parlo al singolare perché l'ho messo solo nella mia; tra l'altro immortalato in una foto sola; furba eh? -; chissà, forse sono stata inconsciamente condizionata dal libro di Ottolenghi, Jerusalem, che ha una ricetta simile fatta con la pasta sfoglia. Dico inconsciamente perché l'ho notato solo l'altro giorno, sfogliando quel testo per l'ennesima volta, in ogni caso diversi giorni dopo aver fatto le mie pide. La farcitura "doc" prevede formaggio grattugiato - nel libro viene indicato un mix di cheddar e mozzarella per pizza - e salsicce sukuc (cosa sono? Non lo so...) tagliate a fettine sottili, ma si possono fare anche con carne, melanzane, pomodori, legumi e così via. In ogni caso i peperoni sono molto presenti nella cucina turca e quindi sicuramente non sono andata fuori tema.    
Oggi sono telegrafica, lo so, e rapidità per rapidità concludo dicendo che questa pasta al latte è davvero fantastica, bella morbida e a parer mio adattissima anche per fare brioches... cosa che presto farò!
E buon appetito.



Ingredienti (per 4 pide):
175 ml di latte parzialmente scremato
150 g circa di farina tipo 2 bio macinata a pietra 
150 g di farina tipo 00 bio
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
un cucchiaino zucchero
6 g di sale
4 g di lievito di birra fresco
amido di mais, farina di mais oppure di grano duro q.b. per la spianatoia 



Esecuzione:
intiepidite il latte, versate in un contenitore di vetro, scioglietevi il lievito e aggiungete 100 g di farina tipo 2, prelevata dalla dose totale. Formate una pastella senza grumi, coprite e lasciate lievitare in luogo tiepido, al riparo da correnti d'aria per circa 3/4 d'ora, finché vedrete che si saranno formate delle bolle e l'impasto sarà aumentato di volume.
A questo punto unite tutta la farina 00, il sale, l'olio e lo zucchero e impastate aiutandovi con i 50 g di farina tipo 2 avanzata. Lavorate bene e a lungo fino a ottenere un impasto molto morbido ma non appiccicoso; eventualmente aiutatevi con ancora un po' di farina tipo 2, aggiungendola solo sulla superficie. 
Formate una palla, ungetela leggermente con olio, coprite e lasciate lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio; per me circa un'ora e mezza.
Pesate la pasta e dividetela in 4 parti di uguale peso.
Appiattite e allungate ogni pezzo di pasta fino a ottenere delle pizze ovali, assottigliate soprattutto in centro, lasciando un cornicione più spesso ai bordi; lavorate sulla spianatoia spolverizzata con farina di mais o maizena (io farina di grano duro).
Pinzate le due estremità come per formare "una barchetta", lunga una ventina di cm e larga 8/10.   
Scaldate il forno a 200° e inserite una teglia o una piastra; una volta che la teglia sarà ben calda estraetela e fatevi scivolare rapidamente le pide.  
Infornate per pochi minuti, poi estraete, farcite velocemente a piacere e infornate nuovamente fino a cottura. Il risultato finale dovrà essere: crosta croccante e interno morbido.
La farcitura "doc" prevede formaggio grattugiato (nel libro viene indicato un mix di cheddar e mozzarella per pizza) e salsicce sukuc (cosa sono? Non lo so...) tagliate a fettine sottili. 
Per la mia, invece, ho utilizzato peperoni e topinambour tagliati a pezzetti e passati in forno insieme a pomodorini, qualche spicchio d'aglio sbucciato, un paio di foglie di alloro, qualche rametto di timo, poco aceto balsamico, sale e un giro d'olio. 
Quando le pide erano quasi pronte ho aggiunto un uovo e terminato la cottura facendo rassodare solo l'albume (per la verità io ho esagerato con la cottura e ha cominciato a cuocersi appena anche il tuorlo; occorre dosare bene i tempi). 
Consumatele calde... una vera delizia!