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peperonata ricca di casa mia


Oggi in casa AIFB, il Calendario del cibo italiano si tinge di verde, di rosso e del giallo dei peperoni!
La Giornata della peperonata ci aspetta con le tantissime versioni preparate delle mie compagne di avventura secondo le ricette delle loro Regioni, prima fra tutte la bravissima ambasciatrice e conoscitrice della materia, Manuela, al cui articolo vi rimando perchè... c'è sempre da imparare qualcosa.   
Lo sapevate che la peperonata presenta differenze sostanziali tra nord e sud Italia? Beh, io no.
Abituata da sempre a farla con una base di cipolla, mai avrei immaginato che alcune ricette non la prevedono proprio.
Il peperone approdò in Europa a seguito della scoperta dell'America, insieme al pomodoro e altre solanacee e venne chiamato inizialmente pepe d'India, a causa del sapore che ricordava vagamente questa spezia. Il nome botanico, Capsicum, derivante dal greco kapto - mordo con avidità - venne attribuito per il sapore piccante, che "morde" il palato. All'epoca le varietà dolci che oggi conosciamo non esistevano ancora, in quanto risultato di successive ibridazioni volte a rendere più gradevole il gusto dell'ortaggio.
Inizialmente venne utilizzato a scopo ornamentale; moltissima era la diffidenza che circondava le piante provenienti dal Nuovo Mondo. In ogni caso c'era chi, come Leonardo, lo utilizzava anche per altri scopi: essiccato e pestato forniva un'ottima tinta per affreschi.
La sua diffusione in Europa iniziò nel XVI secolo, prima del pomodoro, per il quale all'epoca esisteva un pregiudizio di tossicità. Fu dunque il peperone, prima ancora del rosso "rivale",  a far bella mostra di sé sulle tavole napoletane, in funzione di condimento della pasta.
La letteratura gastronomica del Seicento ci tramanda comunque altre belle ricette, accostandolo a carni oppure trasformato in gustose salse.
Oggi è simbolo della cucina mediterranea e in Italia ne esistono diverse varietà eccellenti, valorizzate al meglio dalle preparazioni tipiche del territorio di coltivazione.
Ma qualsiasi sia la ricetta, alla griglia o ripieni, al forno o conservati, consumiamoli, questi peperoni!
Sono ricchissimi di vitamine A e C (per preservarla al meglio dovremo mangiarli crudi), hanno basso contenuto calorico e svolgono un'azione antireumatica e diuretica.
Come sempre, occhio alla stagionalità; ormai si trovano tutto l'anno, ma volete mettere un bel peperone maturato naturalmente in pieno campo, al sole del nostro Mediterraneo, rispetto a quelli invernali, di serra, provenienti dall'Olanda?
Discorso a parte meriterebbe il peperoncino piccante, molto utilizzato specie nelle Regioni più povere del sud, diffusosi subito nelle classi meno abbienti per sostituire il sapore marcato delle altre spezie, all'epoca decisamente più costose.
Le spezie ora sono alla portata di tutti... ma il peperoncino resta e io che sono ligure fino al midollo, tanto per essere coerenti, lo adoro!
Dunque una peperonata di casa mia, con le olive in salamoia, mie, autoprodotte, di varietà taggiasca, peperoncino e pinoli, perché da ligure questi ultimi li metterei anche nel caffellatte così come la maggiorana.
Qualche pomodorino fresco - sarebbero stati carini quelli gialli, ma i miei sono ancora acerbi -, un po' di ricotta infornata sbriciolata; una ricetta che non ha bisogno di dosi precise, ma solo indicazioni per un piatto pronto in un lampo.
Colorato, allegro, sano, ma soprattutto buono. E buon appetito!

Bibliografia: Monografie del gusto - Il peperone, Food editore, Bologna 2006
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Ingredienti (per 4 persone):
3 peperoni (uno verde, uno giallo, uno rosso)
una bella cipolla
un pomodoro grosso e maturo
olive taggiasche in salamoia
una manciata di pinoli
qualche pomodoro datterino fresco
3-4 rametti di maggiorana

olio extravergine d'oliva q.b.
peperoncino fresco, tritato o essiccato q.b.
sale q.b.
ricotta e pane tostato per accompagnare


Esecuzione:
tostate i pinoli in una padella antiaderente, senza alcun condimento.
Pulite la cipolla e affettatela; pulite i peperoni eliminando semi e filamenti interni poi tagliateli a filetti.
In una padella capiente fate appassire la cipolla con l'olio. Allontanate dal fuoco, aggiungete il pomodoro tagliato a pezzetti e i peperoni.
Coprite col coperchio e portate a cottura, a fuoco lento.
Regolatevi in base all'acqua di vegetazione emessa: se abbondante lasciatela consumare togliendo il coperchio un po' prima che i peperoni siano completamente cotti.
Pochi minuti prima di spegnere il fuoco salate a piacere, unite i pinoli tostati, le olive e il peperoncino.
A cottura ultimata spegnete, aggiungete le foglioline di maggiorana, ancora un giro d'olio fresco e mescolate.
Sbriciolate la ricotta infornata sulle singole porzioni, guarnite con i datterini tagliati a metà e servite con i crostini di pane.
E' ottima calda, tiepida e anche fredda.