Tartellette del mio orticello... per essere precisi: QUASI del mio orticello... per essere ancora più precisi: ma quale orticello?
Sono da poco approdata in questa nuova casa che un po' di terreno ce l'ha, ma chiamarlo "orticello" significa attribuirgli un'importanza esagerata.
In questi due mesi estivi, dal trasloco ad oggi, qualche ortaggio ed un po' di fiori li ho piantati, ma certo sono davvero misera cosa. In compenso ho imparato molto.
Punto primo: ma gli scrittori di thriller, che fanno scavare ai loro protagonisti fosse adatte addirittura a contenere una persona, il tutto in un tempo davvero irrisorio, hanno mai preso in mano una zappa? Ecco, io credo di no.
Punto secondo: come mai i cespi d'insalata trapiantati con tanto amore da un punto del terreno argilloso ad un altro che hai preparato con un buon terriccio sciolto, invece di rispondere grati alle tue aspettative preferiscono il suicidio???
Punto terzo: esiste una ragione per cui una pianta che secondo il tuo progetto dovrebbe produrre una cascata di fiori da un lato di un muro, la produce, sì, ma dall'altro lato?
Misteri. Sarò grata a chi me li vorrà svelare.
Però qualcosa sono riuscita ad ottenere, un buon numero di fragole (qualche fiore ce l'hanno ancora adesso) ed un bel rabarbaro.
Ho scoperto che di questa pianta esistono più varietà; la mia è di quelle totalmente verdi, gambi e foglie; forse non la migliore dal punto di vista culinario. Tuttavia dai suoi gambi sono riuscita a ricavare un po' di marmellata; ben poca cosa trattandosi di una pianta sola, ma comunque abbastanza per riempire queste tartellette che ho guarnito con le mie fragoline. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare il suo sapore non è affatto amaro ma assomiglia quasi ad una composta di prugne.
Vi lascio il procedimento, rimandando per le basi a quel che ho già pubblicato in passato; in fondo si tratta solo di assemblare in modo diverso...
Esecuzione:
ho fatto questa mia pasta frolla con albume, che a me piace davvero e risulta friabilissima. In pratica ho amalgamato 90 grammi di zucchero con 125 di burro; poi aggiunto 250 grammi di farina ed un albume.
Per la marmellata al rabarbaro ho preso le coste (attenzione, le foglie sono tossiche), le ho tagliante a prezzetti e poi fatte cuocere con una quantità di zucchero pari circa al 60% del loro peso aggiungendo qualche goccia di succo di limone.
Per la meringa all'italiana, per la quale basteranno uno o massimo due albumi, vi rimando qui
Ho rivestito di frolla degli stampi da tartelletta a bordo liscio, riempito di marmellata e cotto in forno a 180 gradi per 25 minuti (fino a coloritura).
Ho ricoperto di meringa aiutandomi con una sac-à-poche munita di bocchetta a stella; poi ho "fiammeggiato" con il cannello ed infine decorato con qualcuna delle mie fragoline.