Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

tortelli al vapore verde pisello

Tempo fa si diceva "verde pisello" per indicare una tinta ben precisa... si usa ancora? Non saprei, in ogni caso oggi di un piatto "verde pisello" parlerò, ed è naturale visto che in questi tortelloni l'elemento principale sono proprio i piselli; compaiono nella pasta e nel ripieno, in un total-look davvero strabiliante.  Sarà che da tempo il tema "colore" mi affascina, sarà che dal freezer un bel pacchetto di piselli surgelati - i miei, auto-prodotti questa primavera -, mi guardava da tempo chiedendomi  di essere cucinato, fatto sta che ho deciso di provare a ricavarne dei tortelli un po' insoliti. L'idea iniziale era quella di fare una sorta di pasta ripiena di magro, alla ligure, senza uova nella sfoglia, ma quando questa mattina mi sono messa all'opera, poco alla volta la "cucina" m'ha preso la mano e da un passaggio mentale ad un'altro ecco nati dei "ravioli" che possono ricordare, nel procediment

crumble di pere a colesterolo zero

  Una ricetta per un altro contest , sempre targato AIFB , ma questa volta in associazione con l'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II; il tema è "il colesterolo LDL", quello "cattivo" in altri termini. Personalmente sono sempre stata abbastanza attenta a non eccedere con i grassi animali, tuttavia mi trovo con i valori un po' alti, anche a causa dell'assunzione di un medicinale che purtroppo ha questo effetto collaterale; si tratta pertanto di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e partecipare a questo contest per me è stata una sfida ed un divertimento (e cos'è la cucina senza la voglia di provare e mettersi in gioco?). Ho scelto di fare un dolce. Primo, perché i dolci rimangono la mia grande passione anche se ultimamente li limito parecchio, secondo, perché forse si tratta del campo in cui fare qualcosa privo di colesterolo risulta più difficoltoso, terzo, perché concedersi delle gratificazioni nella vita è importante, e

crackers di farina di segale con semi di lino

Sapete com'è, no? Anche se non ci si mette alla ricerca di prodotti particolari, ci sono periodi, nella vita, che sembra che questi prodotti "cerchino" te. Non so, forse prima non le notavo? Fatto sta che questo è evidentemente il mio periodo-farine-diverse e dopo la farina d'avena ecco piombarmi in borsa un pacchetto di farina di segale integrale macinata a pietra. Questo non vuol dire che non l'abbia pagata... sia ben chiaro alle eventuali malelingue. L'ho provata per questi crackers e devo dire che è ottima.  L'unico problema è che la pasta, in lavorazione, risulta un po' "friabile"; mentre si tira la sfoglia occorrerà quindi fare attenzione ed eventualmente "ricompattarla" un po'. Sarà anche molto più agevole il trasferimento dei crackers in teglia se, dopo aver praticato le incisioni, non si staccheranno totalmente uno dall'altro, spostandoli in coppia (o tre a tre). Io mi sto trattenendo per non divorarm

caffè speciali: castagne mon amour

Oggi mi sento un po' come il Bianconiglio di Alice... presto che è tardi! Presto che è tardi!   Quindi - beati voi - vi grazio e la faccio breve. Ho cercato di mettere in pratica alcuni suggerimenti di gestione luci/ombre, appresi ad un bel corso di food photography organizzato dall'AIFB (chi fosse interessato potrà andare sul sito dell'Associazione), tenuto sabato scorso a cura del fotografo Paolo Picciotto. Paolo è davvero bravo, non solo nell'arte fotografica, ma anche nelle spiegazioni, chiare ed esaurienti.  Occorre che faccia ancora parecchia strada, ma, come si dice? non si nasce imparati . In compenso, già che c'ero, mi sono divertita un po' anche con la postproduzione dando alla mia asse grigia un tocco di verde/blu, che mi piace tanto  :) . Credete che abbia fatto tutto questo solo per esercitazione? Vi rispondo: sì, sì sì... e sento già il naso che cresce ;) Va bene, lo ammetterò, ogni scusa è buona per preparare e godersi un caffè s

"polenta" alle due farine con verdure al forno

   La curiosità è femmina, si dice, ed in effetti questo detto in me s'incarna benissimo. Quando trovo delle "chicche" alimentari, non so resistere, scatta l'acquisto compulsivo. Insomma, scorgo negli scaffali di un negozio, tra farine di vario genere, quella di farro, macinata grossa, per polenta. Forse per molti di voi non sarà una novità, ma per me sì, ed appena vista è già mia. Vi risparmierò tutti i passaggi mentali legati al modo di cucinarla; idee scartate una dietro l'altra.  Alla fine ha prevalso la semplicità. Primo, perché sto attraversando un periodo in cui i piatti eccessivamente elaborati non sono nelle "mie corde", mi contengo nel consumo degli zuccheri ed ho voglia di cibi generalmente poco raffinati; secondo, perché volevo partecipare con un altro piatto, oltre a questo , al contest dell'AIFB " I magnifici 6 " (perché... è stimolante). Dall'unione di farro, la più antica varietà di frumento coltivata, e ca

caffè speciali: crema nocciola, amaretti e salsa rossa

Oggi una ricetta velocissima. Per la verità non si tratta di una vera e propria ricetta (quindi le dosi saranno un po' indicative... pfiuu, lavoraccio in meno...); più che altro si tratta di uno sfizio, una coccola per quando vi volete trattare bene, per quando avete voglia di qualcosa di buono (affermazione che fa tanto spot di qualche anno fa). Pura gola. Avete presente i caffè-dessert che servono in alcuni bar? Ormai sono molto diffusi e ce ne sono di tutte le marche e per tutti i gusti. Però, piuttosto che affidarci a grassi di dubbia provenienza, addensanti, glasse e gelatine i cui ingredienti ci risultano oscuri, possiamo fare tutto a casa nostra, godendoci un "attimo" (perché questo è il tempo che ci vorrà a spazzolarci tutto!) tutto per noi, seduti in poltrona in compagnia dei nostri pensieri... Se volete un mio consiglio spassionato la salsa rossa è indispensabile: oltre al tocco di colore dona un tono acidulo che smorza il dolce della panna e s

paccheri, patate e broccoletti. Torna...

... la Cucina dell'Extravergine! Torna con un olio particolare: il "Trevi D.O.P. Umbria dei Colli Assisi - Spoleto" della Società Agricola Trevi Il Frantoio . Non posso dir altro che... apro la confezione, ne verso un pochino su una fetta di pane toscano, lo assaporo, ed è amore al primo assaggio; perché è davvero gustoso, quest'extravergine. Un olio umbro, dunque, estratto dalla monocultivar Moraiolo col metodo dello "sgocciolamento naturale a freddo", che porta con sé tutti i profumi ed i sapori di quella meravigliosa Terra; un extravergine fruttato, dalle note intense e decise.  Poiché adoro l'extravergine (e qui sto parlando in generale), cerco sempre di valorizzarlo con preparazioni che non sovrastino troppo il suo sapore, ma sappiano, anzi, metterne in risalto al meglio tutte le caratteristiche. In tutto ciò, devo anche fare i conti con i miei gusti personali, che normalmente non contemplano le carni (non perché sia vegetariana, ma perc

sfumature... arlecchino: pane nero, hummus di fagioli, verdure

Questa ricetta l'ho preparata appositamente per "celebrare" (di nuovo!) le pubblicazioni di Cinzia e mie...  Ripetitiva? Forse... Noiosa? Beh... Però cosa devo dire, son così fiera delle creature che non riesco ad abbandonarle al loro destino; non così presto almeno, e poi sia mai che qualcuno si sia perso quel post "congiunto" ;) . Insomma, quella che vi lascio è una ricetta "arlecchinata" in cui sono presenti tutte le "sfumature di gusto": il nero del pane, il bianco della crema di fagioli, il verde delle zucchinette (le ultime dell'orto), il rosso ed il giallo dei pomodorini, frutto, anche loro, del mio orticello. Detto per inciso i pomodorini gialli li avevo coltivati a bella posta, per tirarci fuori qualche ricettuzza da inserire nel libro di competenza... purtroppo sono arrivati a maturazione troppo tardi :( . Sia come sia, questa "bruschetta" è buonissima e potrete rifarla facilmente anche in versione &q

romesco... di salse, strumenti, storia

Cominciamo da lontano: il mortaio. Chi potrebbe mai pensare che questo strumento, antichissimo ma sempre attuale, risalga ad almeno 20.000 anni fa?  Se il suo utilizzo odierno può essere considerato un "lusso", relegato com'è ai momenti in cui abbiamo la voglia (ed il tempo!) di dedicarci ad una preparazione con tutta calma, senza fiondarci sul primo "robottino" che ci capiti tra le mani, non possiamo dimenticare che da esso dipendeva la sopravvivenza dei nostri progenitori. Serviva a ridurre le radici fibrose in composti commestibili, a estrarre i semi oleosi dalle loro parti legnose, a ridurre in farina i cereali. Uno strumento dall'utilizzo quotidiano, indispensabile, "faticoso". Facciamo un salto temporale, arrivando un po' più vicini ai giorni nostri: la scoperta dell'America e l'arrivo in Europa di molte verdure (e non solo); ingredienti che oggi ritroviamo facilmente sulle nostre tavole e nei nostri orti ed il cui