La curiosità è femmina, si dice, ed in effetti questo detto in me s'incarna benissimo. Quando trovo delle "chicche" alimentari, non so resistere, scatta l'acquisto compulsivo.
Insomma, scorgo negli scaffali di un negozio, tra farine di vario genere, quella di farro, macinata grossa, per polenta. Forse per molti di voi non sarà una novità, ma per me sì, ed appena vista è già mia.
Vi risparmierò tutti i passaggi mentali legati al modo di cucinarla; idee scartate una dietro l'altra.
Alla fine ha prevalso la semplicità. Primo, perché sto attraversando un periodo in cui i piatti eccessivamente elaborati non sono nelle "mie corde", mi contengo nel consumo degli zuccheri ed ho voglia di cibi generalmente poco raffinati; secondo, perché volevo partecipare con un altro piatto, oltre a questo, al contest dell'AIFB "I magnifici 6" (perché... è stimolante).
Dall'unione di farro, la più antica varietà di frumento coltivata, e castagne, alimento versatile, antica e importantissima fonte di nutrimento nell'economia contadina, è nato questo piatto che ricorda vagamente il puls romano (polenta a base di farine di cereali, miglio, o fave), che veniva spesso accompagnato da verdure e legumi. Io non ho messo i legumi, sarebbe risultato un piatto un po' pesante, ed ho tenuto le verdure.
Per gioco ho voluto astenermi dall'utilizzo di verdure provenienti dall'America *, quindi niente peperoni, né pomodori, né melanzane ecc. E' stato più che altro "un esercizio di stile" e, ripeto, un divertimento, perché nessuno può affermare che pomodori & C. non rientrino di diritto nella tradizione della dieta mediterranea.
Due parole, invece, per quanto riguarda la farina di castagne.
Come accade per tutti i prodotti, in commercio se ne trovano di svariate qualità e di diversi prezzi. Io ho utilizzato la farina di castagne garessine, derivante da frutti coltivati nell'alta Val Tanaro, in provincia di Cuneo. Da quando l'ho scoperta non la lascio più... quando la trovo! Le castagne garessine sono davvero particolari, hanno un sapore dolce e delicato e la farina che se ne ricava risulta priva di quel retrogusto "amarognolo" che spesso si rileva in altri prodotti analoghi.
*Aggiornamento: casualmente, girellando in rete, mi sono imbattuta in un sito dove si affermava l'origine messicana di zucche e zucchini. Incuriosita, perché mai l'avrei sospettato, ho cercato di approfondire ed in effetti sembra essere proprio così. Su un libro, però, ho invece letto che i Romani utilizzavano la zucca, ma pare fosse una varietà diversa da quelle che consumiamo attualmente (m'è parso di capire fosse una sorta di "zucca del pellegrino"?).
Comunque sia, visto che il mio era un esercizio di stile, ho voluto andare fino in fondo provando a rifare il piatto senza questi ingredienti; il sapore non ne ha risentito minimamente.
Ora, però, non chiedetemi l'origine di bietole, broccoletti, carote... perché non oso iniziare la ricerca!
*Aggiornamento: casualmente, girellando in rete, mi sono imbattuta in un sito dove si affermava l'origine messicana di zucche e zucchini. Incuriosita, perché mai l'avrei sospettato, ho cercato di approfondire ed in effetti sembra essere proprio così. Su un libro, però, ho invece letto che i Romani utilizzavano la zucca, ma pare fosse una varietà diversa da quelle che consumiamo attualmente (m'è parso di capire fosse una sorta di "zucca del pellegrino"?).
Comunque sia, visto che il mio era un esercizio di stile, ho voluto andare fino in fondo provando a rifare il piatto senza questi ingredienti; il sapore non ne ha risentito minimamente.
Ora, però, non chiedetemi l'origine di bietole, broccoletti, carote... perché non oso iniziare la ricerca!
Con questa ricetta partecipo al contest indetto dall'AIFB " I magnifici 6"
Ingredienti (per 4 persone):
220 gr di farina di farro macinata grossa (per "polenta")
60 gr di farina di castagne garessine (o di ottima qualità)
80 gr di toma di pecora
500 gr di verdure miste (broccoletti, carote, zucca, zucchine, coste di bietola...)
4 spicchi d'aglio
4 grossi scalogni
4-5 cucchiai di vino bianco
olive taggiasche denocciolate
2-3 noci
qualche rametto di erbe aromatiche (timo, santoreggia)
origano
olio extravergine d'oliva (per me taggiasco)
sale q.b.
Esecuzione:
sgusciate le noci, spezzettatele grossolanamente e tostatele in un padellino antiaderente, senza alcun condimento.
Eliminate i filamenti delle coste e pulite le verdure.
Tagliate le carote e la zucca a bastoncino, i broccoletti a piccole cime, le coste, le zucchine e lo scalogno a pezzetti, e trasferite in una teglia insieme agli spicchi d'aglio. Per una cottura ottimale fate in modo che le verdure siano disposte in un unico strato, altrimenti l'acqua di vegetazione non potrà evaporare ed otterrete un "effetto bollito". Unite le erbe aromatiche (meno l'origano), salate q.b., irrorate con il vino, condite con olio extravergine ed infornate a 200 gradi. Lasciate cuocere le verdure finché saranno tenere ed un po' abbrustolite, smuovendole di tanto in tanto con un cucchiaio; occorrerà circa mezz'ora. Al termine regolate di sale ed aggiungete le olive tagliate a metà, l'origano e le noci.
Nel frattempo preparate la polenta.
Setacciate la farina di castagne e mischiatela a quella di farro. Portate ad ebollizione un litro d'acqua, salate e versate a pioggia la miscela di farine, rimestando nel contempo con una frusta.
Portate a cottura, sempre rimestando, come per una polenta di mais. I tempi saranno però molto più rapidi, 7-8 minuti o poco più, secondo la macinatura del farro; potrete regolarvi in base a quanto indicato sulla confezione.
Al termine spegnete, unite la toma di pecora, tagliata a pezzetti, amalgamate e servite la polenta ben calda accompagnando con le verdure al forno, calde anch'esse, ed irrorando secondo necessità con altro olio extravergine d'oliva.