Una ricetta per un altro contest, sempre targato AIFB, ma questa volta in associazione con l'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II; il tema è "il colesterolo LDL", quello "cattivo" in altri termini.
Personalmente sono sempre stata abbastanza attenta a non eccedere con i grassi animali, tuttavia mi trovo con i valori un po' alti, anche a causa dell'assunzione di un medicinale che purtroppo ha questo effetto collaterale; si tratta pertanto di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e partecipare a questo contest per me è stata una sfida ed un divertimento (e cos'è la cucina senza la voglia di provare e mettersi in gioco?).
Ho scelto di fare un dolce. Primo, perché i dolci rimangono la mia grande passione anche se ultimamente li limito parecchio, secondo, perché forse si tratta del campo in cui fare qualcosa privo di colesterolo risulta più difficoltoso, terzo, perché concedersi delle gratificazioni nella vita è importante, e per me tutto ciò passa anche e soprattutto dalla tavola... ma chi ha detto che per gratificarsi occorra sacrificarsi?
Uova, burro, latte... quasi tutti i dolci tradizionali prevedono queste componenti; dunque la scelta è caduta sulla frolla all'olio, ma con qualcosa di diverso.
Uova, burro, latte... quasi tutti i dolci tradizionali prevedono queste componenti; dunque la scelta è caduta sulla frolla all'olio, ma con qualcosa di diverso.
La frolla "vegana" non è una novità, in rete se ne trovano diverse versioni, una è questa, di Alice, la cui foto mi ha attirato per la friabilità della pasta.
Però... ho voluto cambiarla appena, perché il livello dei grassi saturi nel sangue si può anche far scendere un po', con alcune accortezze.
Però... ho voluto cambiarla appena, perché il livello dei grassi saturi nel sangue si può anche far scendere un po', con alcune accortezze.
L'avena: è un cereale ricco di proprietà interessanti; fornisce energia "a lento rilascio" non provocando forti picchi insulinici (quindi dona un senso di sazietà più a lungo rispetto ad altri cereali... se non l'abbinate, come nel mio caso, allo zucchero! Ma il tema era il colesterolo, no?), è fonte di fibre, proteine e sali minerali, ma ciò che interessa di più al nostro caso è che sembra avere la capacità di abbassare il tasso del colesterolo "cattivo". Avena à gogo, quindi, per il mio crumble!
In più, anche la frutta secca, in particolare le noci, ricche di grassi polinsaturi, ha proprietà analoghe. Pere e noci? Connubio perfetto.
Come pera ho scelto la Martin Sec, cultivar piemontese facente parte dell'Arca del gusto di Slow Food (progetto a tutela di prodotti a "rischio estinzione"), varietà ottima per la cottura.
Se non le trovate sostituite con le Kaiser, immortalate in foto perché avevo terminato le Martine con il dolce, o altre varietà "da cottura".
Se non le trovate sostituite con le Kaiser, immortalate in foto perché avevo terminato le Martine con il dolce, o altre varietà "da cottura".
Per un sapore in più ho aggiunto una crema al limone, ma senza uova e all'acqua, perché quando mi metto in testa una cosa non c'è nessuno che possa trattenermi; colesterolo zero volevo, colesterolo zero ho cercato di ottenere. Inutile dire che l'acqua può essere sostituita con altri prodotti, anch'essi colesterolo-free, latte d'avena, di soia, di mandorle, di riso... , ma anche con il latte scremato, se proprio non si è nevrotici come me.
Occorre abituarsi al sapore della farina d'avena, che ha un retrogusto leggermente amarognolo; per il resto l'ho già rifatto più di una volta perché per me è un dolce gratificante, che riesce a tenere molto bene a bada i miei sensi di colpa, un dolce buono.
Buono per il gusto, buono per la nostra salute.
Occorre abituarsi al sapore della farina d'avena, che ha un retrogusto leggermente amarognolo; per il resto l'ho già rifatto più di una volta perché per me è un dolce gratificante, che riesce a tenere molto bene a bada i miei sensi di colpa, un dolce buono.
Buono per il gusto, buono per la nostra salute.
per la frolla all'olio (per il crumble ne occorrerà circa metà dose)
300 gr di farina d'avena
80 gr di zucchero di canna integrale bio
45 gr d'olio extravergine d'oliva
45 gr circa di acqua
1/2 cucchiaino di bicarbonato (3 gr)
scorza di un limone
un pizzico di sale
per crema, ripieno e rifinitura
succo e scorza di un limone medio
60 gr di zucchero semolato
35 gr di farina di riso (o farina 00)
200 gr di acqua
un chilo di pere Martin Sec (Kaiser o altre varietà "da cottura")
2-3 cucchiai di fiocchi d'avena
5-6 noci grosse
poco olio extravergine d'oliva per ungere lo stampo
Esecuzione:
preparate la frolla.
Fate scaldare 35 gr d'acqua con lo zucchero, finché questo sarà sciolto.
Setacciate la farina con il sale ed il bicarbonato, aggiungete la scorza di limone e l'olio, poi versate a filo l'acqua zuccherata appena tiepida e impastate. Utilizzate gli ulteriori 10 grammi d'acqua per idratare la pasta quanto basta a formare un composto ben coeso, morbido e malleabile, ma non appiccicoso.
Formate una palla, chiudetela con pellicola da cucina e trasferite in frigo per due ore; nel frattempo preparate la crema al limone.
Setacciate la farina di riso e mischiatela allo zucchero; stemperate con l'acqua e amalgamate in modo da eliminare tutti gli eventuali grumi.
Unite il succo e la scorza di limone e portate ad ebollizione a fuoco basso, rimestando con una frusta. Lasciate sobbollire, sempre rimestando, per 2-3 minuti, fino ad addensamento. Trasferite la crema in una scodella e lasciate raffreddare.
Oliate leggermente lo stampo e disponete in un unico strato le pere, sbucciate e tagliate in quarti.
Aggiungete la crema a cucchiaiate (sarà troppo densa per spalmarla) e coprite con la metà della frolla preparata, "sbriciolandola" su tutta la superficie. Abbiate l'accortezza, per consentire una cottura ottimale, di non eccedere nella dose e di distribuire la frolla in modo uniforme; rimarranno piccole "zone" prive di pasta, ma va bene così.
Cospargete con i fiocchi d'avena e le noci spezzettate grossolanamente.
Infornate a 180 gradi per 30 minuti circa o fino a coloritura.
Potete gustare questo crumble tiepido o a temperatura ambiente, ma è buonissimo anche il giorno dopo, quando i sapori si saranno ben legati. In questo caso, però, la crosticina superficiale avrà perso croccantezza, a causa dell'umidità del ripieno; potrete ripristinarla passando il dolce in forno per qualche minuto.
Utilizzate la pasta avanzata, se volete, per ottimi biscotti alla marmellata (io li ho fatti "alla brutta", veloci, veloci -e si vede-, ma quant'erano buoni!)