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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

panini semidolci delle sorelle Simili

Quando ho voglia di un lievitato "d.o.c.", sicuro nella riuscita, mi rivolgo sempre ad alcuni blog (Profumo di lievito, Anice & cannella ecc) oppure ad un libro: quello delle sorelle Simili. Questa volta l'idea era di fare dei bocconcini, adatti ad un picnic o ad un buffet. Forma e dimensione sono quelle dei famosi "panini al latte" e col latte vengono impastati nella versione di Adriano. Questa volta però io mi sono indirizzata verso l'impasto delle sorelle Simili; sia perché prevedono l'utilizzo dell'olio (nel libro è comunque presente anche la versione al burro), sia perché, almeno così mi sembrava, un po' più "magri". Ho scelto una lievitazione indiretta, quella che prevede l'utilizzo del lievitino e che rende il prodotto finito più morbido e conservabile; mentre per la formatura (e le dimensioni) mi sono rivolta ad Adriano. Il risultato è stato stratosferico... ottimi, per chi ama questo genere di accostamenti, con fav

risotto verde primavera

Stanca di postare dolci oggi mi butto su un risotto fatto con gli ultimi carciofi di stagione. Ormai siamo alla fine ma al mercato ne ho trovato ancora alcuni tenerissimi (spinoso di Albenga), da mangiare tranquillamente crudi. Ecco, invece di consumarli in pinzimonio o in insalata io... li ho messi nel risotto. Beh, insomma, le fave le avevo (del mio orto), i piselli pure (del mio ...), il cipollotto anche (del...), mi mancava qualcosa che "riempisse" un po' la carenza di "verde" (infatti sia le fave che i piselli erano troppo pochi anche per un primo piatto...). Per la verità da qualche giorno un carciofino è spuntato tra le foglie di una pianta superstite che ha resistito stoicamente al freddo di quest'inverno, ma mi hanno già detto di non sperarci: non crescerà! Sigh... Essendo non trattati, dei piselli ho utilizzato anche la buccia frullandola ed unendola al risotto; in poche parole: un risottino davvero buono buono. Con questo risotto part

torta bakewell

Non lasciatevi spaventare dal nome... la Bakewell non è altro che una crostata alla marmellata di lamponi coperta da una crema frangipane. Ecco qui come si fa, in quattro e quattr'otto, a smontare ed a riportare "per terra" una ricetta che, dal nome altisonante, sembrava essere chissà che. Non è una ricetta leggera, sia chiaro, per questo io l'ho fatta in versione mini... ;) Quando ho deciso di provarla ero sprovvista di marmellata di lamponi, ho sopperito con un misto di frutti di bosco surgelati passati leggermente in padella con un po' di zucchero. Ricetta approvata; unica pecca: è finita subito (ma a voi lascio le dosi per una crostata da circa 22 cm)! p.s. ... stavo per dimenticare! Ho aggiunto un po' di aroma di mandorle amare nella crema frangipane... vado subito ad aggiungerla agli ingredienti! Con questa crostata partecipo al gioco di Morena (MOrena in cucina): Un dolce al mese   Ingredienti: 250 grammi di farina 125 grammi di b

quasi una red velvet... quasi, molto "quasi"

Quasi, perché della "red" ha proprio poco. Insomma è andata così: stufa di vedere quella povera torta di origine americana resa rossa da coloranti artificiali, ho fatto un po' di ricerche. In poche parole scopro che il colore rossastro era conferito, in origine, dalla reazione chimica tra l'acido del latticello con le antocianine contenute nel cacao. Purtroppo ora il cacao è trattato diversamente e credo che siano poche (e comunque non so quali) le marche di cacao che possono rendere possibile questa reazione chimica. Tant'è che in molti siti americani si raccomanda di non usare cacao olandese... salvo poi aggiungere comunque un colorante nell'impasto. Allora, mi dico, perché non aggiungere la barbabietola (beh, sì, ultimamente la barbabietola in casa mia va forte...)? Ci stavo meditando sopra quando scopro che la cosa non è poi così "geniale"; anche in America (sempre lì!) utilizzano questa radice per farne una torta, la Beetroot cake, dove

pavlova

... la "mia" pavlova, naturalmente. In rete se ne trovano diverse versioni ma alla fine ho scelto di rifare una mia ricetta già provata un po' di tempo fa. Si tratta di una meringa classica (a cui non ho aggiunto amidi) dalla forma "a nido", sormontata da panna montata e frutta fresca. Ho cercato invano dei frutti di bosco; non trovandoli mi sono dovuta accontentare di fragole e qualche scaglietta di cocco fresco. Sarebbe stato bello avere già le mie fragoline, ma sono ancora in fiore. E dei tuorli avanzati? Ne ho fatto una crema pasticcera che ho messo tra la meringa e la panna... se non proprio una pavlova ortodossa almeno è risultata una vera goduria.  Le dosi sono molto indicative, potrete variare la quantità delle creme in base al vostro gusto. Infine: per una cottura più agevole vi consiglio di non fare meringhe troppo grandi; se avete molti ospiti optate piuttosto per delle monoporzioni (in foto una "bi-porzione" per così dire... familiare

quasi un danubio...

Come al solito, in questo periodo, sono di corsa, ma come nasce questo "danubio" lo devo dire. Avrei tanto voluto impegnarmi in una colomba... la mia pasta madre sta languendo nel frigo (fortunatamente ogni tanto la faccio "ringalluzzire" nutrendola un po') e quest'anno sembrava proprio quello adatto per cimentarmi. Purtroppo sono sorti alcuni impegni che mi stanno assorbendo non poco. Allora, mi sono detta, perché non fare qualcosa di (molto) più semplice, ma che in parte abbia attinenza con il dolce pasquale? Girovagando in rete ho trovato questo : un danubio salato che, dalle dichiarazioni, sembrava essere morbido ma non asciutto; quello che faceva a caso mio. Trasformarlo in un dolce è stato un attimo; coprirlo con questa meravigliosa glassa alle mandorle di Adriano, la glassa tipica della colomba, ancora più veloce. Essendo un danubio ho voluto "imbottire" le palline di pasta, ma la farcia scelta non era un granché. Non mi sono scoragg

quaresimali

Prima che finisse la quaresima mi ero ripromessa di fare questi "biscottini" genovesi, la cui tradizione risale al sedicesimo secolo. Gli ingredienti sono quelli della pasta di mandorle, "ingentilita" però da un aroma tipico delle preparazioni dolciarie genovesi: l'acqua di fiori d'arancio. Non contenendo grassi animali erano permessi in quaresima; da qui il nome. Normalmente vengono decorati con "fondent" di zucchero , ma a me sembravano già così dolci che ho preferito sostituire con cioccolato bianco aromatizzato. Ho utilizzato pasta al pistacchio per il verde e... barbabietola frullata per il rosa. Sto facendo qualche esperimento con questo ingrediente e la cosa mi sta "catturando" non poco. La barbabietola non lascia sapori strani e ne basta davvero pochissima per conferire un bellissimo colore rosa. La sostituzione zucchero/cioccolato mi ha soddisfatto e poiché anche quest'ultimo non contiene grassi animali ritengo che la