Sto riscoprendo il piacere di fare colazione con semplici fette biscottate, coperte da un velo di marmellata.
In questo momento impastare, o fare dolci, non è nelle "mie corde", però ho scovato, nel reparto bio del supermercato, delle splendide fette biscottate che non contengono ingredienti poco salutari. Niente grassi idrogenati, niente monodiglieceridi ecc ecc, nessun olio-vegetale-non-meglio-specificato (dicitura che troppo spesso nasconde l'utilizzo di strani olii, tra cui quello di palma, uno dei più dannosi in assoluto per la nostra salute).
Niente zuccheri aggiunti, utilizzo di diversi tipi di farine bio (cereali, integrali ecc), una versione è senza sale, e tutte, tutte, contengono olio extravergine d'oliva.
Adoro così tanto quest'ingrediente che quelle fette sono state mie al primo sguardo; in attesa di ricominciare a produrre di buona lena le mie, mi "accontento" di un prodotto industriale, ma di qualità.
Accompagnarle con una buona confettura, almeno quella sì, fatta in casa, è quasi d'obbligo e la mancanza del caldo estivo (ma com'è che da noi le temperature sono più alte ora che a luglio?) ha decisamente facilitato l'uso del fornello per una mega produzione, la mia scorta per l'inverno.
Questa è in assoluto una delle confetture che mi piacciono di più, non troppo dolce e con una punta di acidulo che rinfresca il palato. L'aggiunta di pinoli e uvetta la rendono quasi un dessert, da gustare col cucchiaio...
Ingredienti (per 6 vasetti da 15 cl):
un chilo di prugne (Santa Clara - peso netto)
550 gr di zucchero
due cucchiai di pinoli
una grossa manciata di uvetta
tre cucchiai di rum
Esecuzione:
tagliate la frutta a pezzetti e mettetela, inieme allo zucchero, in una pentola capiente di
acciaio inossidabile.
Portate ad ebollizione schiumando man mano, per assicurare la limpidità del prodotto
finale; continuate la cottura rimestando sempre.
A me le confetture piacciono "a pezzettoni", nel caso vogliate ottenere un prodotto più omogeneo frullate con un mixer ad immersione.
Tecnicamente le marmellate dovrebbero essere pronte quando raggiungono i 105 gradi. Le volte che mi sono presa la briga di misurare la temperatura non sono mai andata oltre i 103... Vi assicuro comunque che non ho mai dovuto cestinarne un vasetto per cattiva conservazione, anche dopo un paio d'anni (ma non ci arrivano quasi mai).
Io mi regolo comunque facendone cadere una goccia in un bicchiere d'acqua fredda: se cade pesantemente sul fondo, senza sciogliersi lungo "il tragitto", è pronta.
Tecnicamente le marmellate dovrebbero essere pronte quando raggiungono i 105 gradi. Le volte che mi sono presa la briga di misurare la temperatura non sono mai andata oltre i 103... Vi assicuro comunque che non ho mai dovuto cestinarne un vasetto per cattiva conservazione, anche dopo un paio d'anni (ma non ci arrivano quasi mai).
Io mi regolo comunque facendone cadere una goccia in un bicchiere d'acqua fredda: se cade pesantemente sul fondo, senza sciogliersi lungo "il tragitto", è pronta.
Aggiungete i pinoli e l'uvetta, rimestate ancora per pochi minuti, giusto il tempo per consentire a questi due ingredienti di "sterilizzarsi" e spegnete. Unite il liquore ed invasate immediatamente.
Utilizzando vasetti da sottovuoto non sarà necessario sterilizzare; poiché però man mano che si invasa la temperatura della confettura si abbassa, io faccio riprendere il bollore ogni due-tre vasetti.