Ammetto che da piccola non mi piaceva; ho cominciato ad apprezzarlo crescendo. Di chi parlo? Ma di Totò, naturalmente!
E che c'entra Totò in un blog di (suppergiù) cucina?
C'entra, c'entra... c'entra, perché forse non tutti sanno che - e ammetto i miei limiti: io stessa fino a poco tempo fa lo ignoravo! - Totò era un gourmet, un amante della buona tavola, lui stesso si dilettava a far cucina.
Lo scopro grazie al Calendario del cibo italiano - AIFB che proprio per oggi ha previsto una Giornata a lui dedicata.
A parlarci di Totò buongustaio sarà Lucia, che voglio ringraziare tantissimo perché m'è bastato solo chiederle lumi che s'è subito prodigata a fornirmi le copie delle ricette contenute nel libro scritto dalla figlia dell'attore, Liliana. Grazie Lucia!
Mio padre amava mangiare, racconta la figlia, forse anche per la tanta fame patita in gioventù. Le ricette contenute nel libro dal titolo Fegato qua, fegato là, fegato fritto e baccalà, filastrocca inventata da Totò, erano le preferite dal grande attore, prima in assoluto la Pasta e fagioli.
Ma Totò soleva dire che anche un semplice pane e olio poteva diventare un piatto prelibato, a patto che gli ingredienti fossero di indiscussa qualità. Come dargli torto? Detto tra noi, non gli do torto neanche per quanto riguarda la Pasta e fagioli!
Tra le varie golosità segnalatemi da Lucia - ma le proverò tutte, che credete? - ho scelto queste semplici focaccine.
Le ragioni sono molteplici: primo perché è la Settimana della focaccia (Monica scusami, ma non ce l'ho fatta a fare una ricetta anche per te!) e dopo la pizza bianca romana ho voluto ulteriormente far onore a questo cibo che è uno dei miei preferiti; secondo perché è una ricetta semplicissima, quasi vegetariana, molto gustosa e versatile; terzo perché tempo fa un'amica di origini napoletane mi aveva preparato la sua torta salata di scarola che mi era piaciuta moltissimo, e queste focaccine me l'hanno riportata alla mente.
Dunque: Totò. Nei suoi film la cucina appare spesso e non potrebbe essere diversamente, visto che i personaggi da lui interpretati sono sovente degli spiantati che si ingegnano a mettere insieme il pranzo con la cena. Forse un ricordo dei suoi inizi di carriera? Non so.
Quello che invece m'è chiaro è che, mentre voi vi gustate queste scene di cucina tratte dal film Miseria e nobiltà, io vado a gustarmi ancora qualche focaccina... se mio marito me ne ha lasciato!
per la pasta
220 g di farina per pizza (w 220 - 240)
50 g di farina di semola di grano duro
7 g di sale
5 g di lievito di birra fresco
un cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
per il ripieno
un cespo medio di scarola (200 g circa, al netto delle foglie esterne e parti di scarto)
15 g di uvetta
3 acciughe sott'olio
una manciata di capperi sotto sale
una grossa manciata di olive nere
uno spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
sale q.b.
peperoncino (facoltativo)
Setacciate le due farine, fate la fontana, mettete il sale a margine e al centro stemperate il lievito aggiungendo l'acqua necessaria a ottenere un impasto morbido, ma non molle.
Lavorate a lungo fino a ottenere una pasta liscia, poi spostate in una ciotola, coprite e lasciate lievitare al riparo da correnti d'aria. Nel frattempo preparate il ripieno.
Denocciolate le olive, dissalate i capperi e mettete l'uvetta in ammollo.
Pulite l'insalata, lavatela, sgrondatela e tagliatela finemente.
Sbucciate l'aglio e passatelo in padella con abbondante olio; una volta rosolato unite le acciughe, disfatele con una forchetta e aggiungete la scarola.
Lasciate cuocere pochi minuti, appena il tempo di far appassire e asciugare la verdura, poi spegnete e lasciate raffreddare. Se volete potete eliminare l'aglio, a me piace e non l'ho fatto.
Strizzate l'uvetta e tritatela finemente con i capperi e le olive e unite il tutto alla scarola cotta.
Se necessario regolate di sale.
Infarinate il piano di lavoro e stendete la pasta con un matterello, ricavando un rettangolo dello spessore di 2-3 millimetri.
Distribuite il ripieno in modo uniforme poi arrotolate partendo da uno dei lati lunghi.
Tagliate a fette spesse un paio di centimetri, formando delle piccole spirali che disporrete in teglia ben oliata.
Cuocete in forno caldo, a 200° fino a coloritura.
Per le "torrette" ho tagliato la pasta a triangoli come si fa per i croissants, poi li ho arrotolati partendo dalla base. Li ho cotti "in piedi".