Il biscotto è una preparazione di cucina e di pasticceria dolce il cui nome deriva dal latino medievale "panis biscotus" - pane cotto due volte -. La presenza di miele, anticamente, o zucchero, e la cottura in forno li rendevano conservabili anche per lunghi periodi.
Più o meno testualmente, Wikipedia.
Poiché ho un po' di esperienza nel campo, aggiungo che anche terrecotte e terraglie prendono il nome di biscotto ceramico, per via di una seconda cottura, necessaria a seguito della smaltatura.
Ma qui, lo so, la terracotta non c'entra.
Ancora oggi le fette biscottate sono cotte due volte. Per i biscotti dolci così come li conosciamo non ce n'è più necessità, ma almeno un passaggio in forno si fa; mi trovo quindi un po' in difficoltà, nonostante l'aspetto, a chiamare biscotto questa preparazione crudista. Preferisco snack, spezza-fame, rompidigiuno, merendina, spuntino...
Ero curiosa di vedere cosa usciva fuori dall'essiccatore, ammennicolo che mi diverte molto, specie in questo periodo in cui sto preparando quantità di frutta industriale, soprattutto mele e pere che risultano eccezionali. Potrete comunque preparare i dolcetti anche asciugandoli in forno a bassissima temperatura oppure, ben coperti con carta da cucina per evitare la polvere, sui termosifoni.
La base è costituita da frutta secca ed essiccata; sono quindi energetici, naturalmente privi di glutine e facilmente conservabili a lungo.
Fatta eccezione per la pasta di zucchero, che mi è servita solo come decorazione e poi ho tolto quando li ho mangiati, non sono eccessivamente dolci al palato (i sensi in questo caso ingannano, perché il tenore di zuccheri è comunque molto alto); se amate un sapore più deciso dovrete regolarvi di conseguenza.
Che gusto hanno? E' un po' un mix. Come tutti i cibi passati nell'essiccatore anche questi conservano il sapore originario degli elementi che contengono, solo più "concentrato"; quindi, in questo caso, si riconoscono datteri, cocco, mandorle, nocciole, spezie... se una volta pronti gli farete fare un tuffo nel cioccolato fuso a parer mio raggiungerete il massimo.
Io, invece, per le foto volevo una versione bianco-Natale, quindi ho decorato con pasta di zucchero.
Bianco Natale? Uhmmm... diciamo molto bianco e assai poco Natale!
Ingredienti (per una ventina di dolcetti):
100 g di datteri già denocciolati
40 g di mele essiccate (possibilmente fatte in casa)
30 g di nocciole
30 g di mandorle
30 g di farina di cocco macinata fine
30 g di scorze di agrumi canditi (se siete crudisti sostituite con la scorza grattugiata di due arance)
scorza di un limone + 2 cucchiaini di succo
un cucchiaino di spezie miste (cannella, chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, coriandolo)
zucchero a velo per la spianatoia
Esecuzione:
lavorate i datteri, i canditi, la frutta secca e quella essiccata con un tritatutto, fino a ottenere una pasta omogenea.
Per un risultato ottimale azionatelo a intermittenza, spostando di tanto in tanto il composto con un cucchiaio, in modo che le lame riescano a raggiungere e tritare bene ogni ingrediente.
Spostate la pasta ottenuta sopra un piano di lavoro leggermente cosparso con zucchero a velo e unite le spezie, la farina di cocco, la scorza e il succo di limone.
Una volta ben amalgamato spianate l'impasto con un matterello, sempre aiutandovi con poco zucchero e velo, tagliate con formine e disponete i dolcetti nell'essiccatore.
Con il mio sono occorse circa 5 ore di essiccazione; non conosco però la temperatura perché si tratta di un modello "base" non programmabile. In ogni caso sarà molto facile accorgersi di quando avranno raggiunto la giusta consistenza perché saranno morbidi all'interno ma asciutti in superficie.
Potete gustarli al naturale oppure guarnirli con cioccolato, accoppiarli con marmellata e così via. Si conservano a lungo, fuori frigo, conservati esattamente come fareste per i datteri.